Io mi sono emozionata. Non ero lì, a vedere coi miei occhi lo sfavillio della bellezza e la gara di splendore tra vecchia e nuova aristocrazia e vecchio e nuovo (sempre nuovo) lago - ognuno con i propri gioielli ben in vista, le proprie medaglie e il peso dei secoli di storia condensati in una manciata di ore e di giorni. Non ero presente, ma se ci penso mi emoziono.
Perché i Borromeo sono i "nostri principi", per noi gente di lago.
Borromeo è uno dei primi nomi che impariamo a scuola quando scopriamo la storia del nostro paese e che incontriamo la domenica a spasso assieme alla famiglia: la Rocca Borromea di Arona, la Rocca di Angera, il golfo Borromeo, le isole Borromee, il San Carlone e il mai compiuto Sacro Monte di San Carlo di Arona, la strada Borromea per il Mottarone... Ovunque andiamo, qui sul lago, ci sono loro.
Ci sono fin dalla metà del Quattrocento, quando Vitaliano Borromeo riceve dal duca di Milano in feudo le terre del Lago Maggiore. I Borromeo, come me, non sono originari del lago: dalla Toscana giungono a Milano per motivi politici ed economici - sono commercianti e banchieri - e legano le loro sorti con quelle dei duchi di Milano. Sono diventati conti di queste terre, le hanno amate, amministrate, hanno combattuto per loro, finché la storia - loro e del Lago Maggiore - è cambiata.
Vengono da altri luoghi e vivono in altri luoghi, ma sono sicura che il lago con i suoi gioielli sia dentro il loro cuore. Come capita a me.
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