Non ti capita mai di sovrapporre due ricordi di diversa natura e non
sapere più quale sia la realtà e quale la fantasia? A me a volte
succede.
Domenica scorsa siamo stati a Varese, una città che ho nel cuore, perché qui sono nata e ho passato le mie estati da bambina. È un luogo dell'anima, circonfuso della luce ovattata dell'infanzia. Proprio mentre passeggiavo con il marito e il cane nei giardini di Palazzo Estense, sono tornati a galla dei ricordi intrecciati tra di loro.
Molti anni fa (ma molti molti) avevo letto il libro Peter Pan nei Giardini di Kensington
e mi aveva lasciato il ricordo lieve di bambini che giocano a una
fontana, aiuole fiorite delimitate da cordoli a forma di sassi
appuntiti, alberi alti, viali e vialetti che s'incrociano l'uno
all'altro e poi s'allontanano a dar forma a nastri di ghiaia, piccole
fate nelle corolle dei fiori e i colori delle ombre e del sole
attraverso i rami e oltre le siepi. Della trama non ricordo più nulla,
ma l'ambientazione mi è molto precisa.
Molti
anni dopo (ma molti molti), mi stavo recando al Museo Archeologico di
Villa Mirabello per motivi di studio e mi sono ritrovata ad attraversare
lo stesso giardino. Come mi sono stupita! Nella mia memoria i Giardini
Estensi si erano trasformati nei Giardini di Kensington, ero sicura di
averli incontrati solo nel libro e quasi mi aspettavo di vedere le fate
uscire dai fiori e venirmi incontro.
Poi, pian piano, si sono risvegliati altri ricordi: io, la mamma e la nonna che passeggiamo lungo i vialetti all'ombra dei pergolati; il trenino che passa sotto la galleria; una giostrina appesa alla parete di una casetta, io seduta su una navicella spaziale che ruota dall'alto verso il basso poi di nuovo in alto e in mezzo la luna sorridente a cui cerco di toccare il naso; il disco infinito della fontana, dove mi fermo a guardare le barchette a vela sospinte dai bambini.
Domenica mi sono divertita a farmi prendere per mano da questi ricordi e
a rincorrerli sul far della sera. Mentre il Baldo andava a caccia di
nuovi odori e il marito ascoltava paziente le mie esclamazioni di
gioiosa scoperta.
Buon vento dei ricordi...