Qui da noi, sul Lago Maggiore e dintorni, ce ne sono a bizzeffe: ogni tanto ne scopro uno nuovo e lo aggiungo alla lista. Mi sono ripromessa di visitarli tutti, sarebbero un’ottima alternativa al solito divano-camino-libro delle fredde domeniche invernali e al mannaggia-piove delle vacanze. Ho iniziato con baldanza il PPM (Programma Piccoli Musei) e presto mi sono accorta di quanto sia meno facile da attuare di quanto pensassi.
Mi piacciono i piccoli musei, perché raccontano storie uniche di luoghi e persone, ma a volte mi irritano: non si lasciano trovare, dimenticano di avvisare, si concedono col contagocce. Non tutti, ma tanti.
I piccoli musei sono piccoli anche nelle risorse. La maggior parte sono musei civici gestiti direttamene dal Comune, alcuni sono dati in gestione ad aziende e associazioni culturali, altri fanno parte del circuito dell’Ecomuseo Cusius del lago d’Orta e del Mottarone. Poi ci sono le eccezioni: piccoli musei che diventano grandi, costruiscono reti tra di loro e si fanno conoscere con iniziative ed eventi che coinvolgono adulti e bambini durante l’anno; sono amati da chi li cura e, per questo, lasciano un ottimo ricordo in chi li esplora per la prima volta.
Sarebbe meraviglioso se i piccoli musei fossero attivi e vivaci per tutto l’anno, dessero l’opportunità a studenti e laureati in beni culturali di fare le loro prime ed entusiasmanti esperienze (pagate il giusto, ovviamente: la dignità sul lavoro vale anche per la cultura) e fossero pieni di visitatori curiosi e appassionati anche nelle fredde domeniche d’inverno.
Buon vento!