Visualizzazione post con etichetta Roma. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Roma. Mostra tutti i post

giovedì 13 ottobre 2016

Roma, dove il (mio) passato s'incontra con il presente

Roma, venerdì 7 ottobre

Siamo partiti una mattina freddissima, molto prima che l'alba mostrasse i lineamenti del paesaggio. Due persone, due bagagli, due destinazioni importanti: il Museo Nazionale Preistorico Etnografico Luigi Pigorini all'Eur e la Città dell'Altra Economia al Testaccio. 
Rappresentano il mio passato e il mio presente, assieme s'intrecciano e danno forma al mio futuro.

Arriviamo a Roma poco dopo l'acquazzone: pozzanghere immense obliterano i marciapiedi, mentre, con i bagagli al seguito, raggiungiamo il museo Pigorini.
Quindici anni fa, nel laboratorio di Paletnologia, ho disegnato i materiali della Collezione Quaglia per la mia tesi. Oggi incontro chi mi ha seguito in quei giorni e mi ha insegnato con pazienza e gentilezza a "fare l'archeologa". Nulla è cambiato: i miei ricordi riconoscono i luoghi, i volti, le voci e le personalità di chi ho frequentato per settimane.
In realtà tante cose sono cambiate: ora fa parte del Museo delle Antichità, assieme al Museo Nazionale d'Arte Orientale Giuseppe Tucci, il Museo Nazionale di Arti e Tradizioni Popolari e il Museo Nazionale dell'Alto Medioevo, e le recenti riforme ne hanno mutato la "geografia" interna.
Ricordo l'orgoglio di lavorare in questo grande e importante museo: fondato nell'Ottocento - il secolo della nascita dei primi musei archeologici in Italia e nel resto d'Europa - dal combattivo e lungimirante archeologo emiliano Luigi Pigorini col nome di Museo Preistorico, Etnografico e Kircheriano di Roma, diventa subito uno dei punti di riferimento dell'archeologia preistorica italiana e europea.
Ricordo la felicità di fare ricerche in biblioteca, negli archivi epistolari del Pigorini, di ricostruire un pezzetto di storia. Di sentirmi di nuovo bambina davanti alla Storia.

aiquattroventi-archeologia-disegni

Percorriamo le sale del museo preistorico in una visita guidata speciale: dalle origini dell'umanità al Neolitico e, infine, alle età dei metalli. Nella vetrina dedicata alle civiltà dell'età del Ferro, riconosco alcuni reperti della "mia" collezione: è come se, in mezzo a quegli oggetti carichi di storia, ci sia pure un pizzico di me e della mia storia ancora giovane.

Sono felice di essere tornata, di aver ritrovato studiosi indomiti e capaci di lavorare sempre con passione (nonostante la vita reale), di essere stata accolta con calore e con la prospettiva di nuovi progetti.
Sono felice, anche, di aver mostrato a mio marito una parte di quel mondo che ho tanto amato - e ancora amo.

E poi, via, ci spostiamo verso la Città dell'Altra Economia, verso una nuova avventura!

venerdì 18 dicembre 2015

Diario di viaggio. Roma, l'Ara Pacis

Quarto giorno.

Di questo giorno ricordo il caldo, l'odissea tra tram, metropolitane, autobus e il girotondo di indicazioni inventate intuite sospettate, un lieve senso di fastidio, lo stupore e la bellezza.

In tram da via Prenestina alla stazione Termini: tutto bene. Dalla stazione Termini: il delirio. Impossibile prendere la metropolitana: aspetto due turni, ma la banchina si affolla in un batter d'occhio, l'aria manca e i treni sono già stracolmi di gente. Desisto e cerco un autobus. Nessuno sa darmi indicazioni precise: all'ufficio informazioni non sanno dove partono gli autobus, allo sgabbiotto degli autobus gli autisti giocano a tombola coi numeri dei loro mezzi... Lascio perdere. Proseguo a piedi verso piazza della Repubblica, scendo le scale ed entro in metropolitana. Ci riprovo e mi va bene: una fermata dopo Stazione Termini i treni sono vuoti, posso sedermi e respirare.
Arrivo a destinazione un'ora e mezzo più tardi di quanto avessi immaginato e imparo che tempo e distanze a Roma sono relativi.

L'idea è di scendere in piazza del Popolo (ne ho un ricordo bellissimo), imboccare via di Ripetta, visitare l'Ara Pacis, risalire per via del Babuino e poi... chissà?
Via di Ripetta è fresca, nonostante il caldo, e nasconde dietro a vetrine semibuie e portoni chiusi a metà dei veri tesori. Gironzolo per la galleria Mia Home Design, con i sensi vispi e l'animo soddisfatto. Proseguo lungo la strada, osservo, classifico i ricordi, ne incontro di vecchi e li paragono ai nuovi. Ecco il Mausoleo di Augusto e di fronte - be', non l'ho mai vista prima, ma non può essere che l'Ara Pacis.

aiquattroventi-roma-piazzadelpopolo
aiquattroventi-roma-viadiripetta
aiquattroventi-roma-galleriamia

Nella mia ultima visita a Roma, un giovane archeologo si lamentava della troppa modernità del Museo dell'Ara Pacis. A Roma non c'è spazio per la contemporaneità, era il suo pensiero. Ma questo museo, nelle sue forme e nelle sue attenzioni architettoniche, è la miglior protezione che questo monumento antico potesse avere. Entro, con un po' di batticuore, e inizio la mia lunga visita. Qui il tempo si ferma, non esiste più nulla all'infuori dello stupore, dell'amore e dell'essenza della vita - la mia vita. Ascolto l'audioguida, scrivo sul mio taccuino, osservo a occhi nudi e attraverso l'obiettivo della macchina fotografica, mi siedo, passeggio, allungo la mano per accarezzare lo strato d'aria che circonda il monumento. Ricordo le ore trascorse sui libri, rivedo il colore della matita sottolineare le parole, sento la mia voce ripetere convinta, ascolto quel desiderio in fondo all'anima di poterla ammirare dal vivo.

L'emozione è così forte, che mi viene da piangere. Ho amato l'Ara Pacis fin da subito, quattordici anni fa non potevo visitarla. Ora non ne uscirei più e son così grata e felice di averla vista dopo tanti anni coi miei occhi, dal vivo - da non trovare parole adeguate per descrivere le mie emozioni.

 Di tutto quello che avviene dopo, in questa giornata calda e luminosa, non ricordo più.

aiquattroventi-roma-arapacis

venerdì 4 dicembre 2015

Diario di Viaggio. Roma, sul treno dell'andata

Primo giorno. Sul treno da Milano a Roma.

Chiedo un passaggio per scendere dalle colline alla stazione di Arona. Prendo un treno di metà mattina, arrivo a Milano Porta Garibaldi in anticipo - non si sa mai - e aspetto impaziente il mio prossimo treno. Lo annunciano pochi minuti prima del suo arrivo, raggiungo rapida il binario e aspetto: si ferma, qualcuno scende, salgo e cerco il mio posto nella carrozza. Viaggio con Italo, una nuova esperienza. Il treno parte e io mi godo il viaggio.

Che bella, la Pianura Padana. Campi, filari d'alberi, sentieri in terra battuta, vecchi edifici in mattoni rosati, polverosi. Verde, giallo, arancio (dei tetti) sotto, azzurro slavato sopra.
Una galleria nera lunghissima, ogni tanto le colline, dolci, alte, con cipressi.
Nuvole di panna.
Firenze Campo di Marte! Quanti ricordi...
Colline ardite che scivolano verso boschi e noi vi entriamo e usciamo - dal buio alla luce.
Branchi di nuvole all'orizzonte.
Il profilo dei monti, una torre sopra i tetti, vigneti in bilico, il verde, il marrone, il giallo dei campi, un cerchio di pecore, vigneti, vigneti, vigneti.

I miei pensieri scivolano sul paesaggio, s'intrecciano coi ricordi, ne creano di nuovi, muovono la mano mentre scrivo sul taccuino.

aiquattroventi-diariodiviaggio-roma-andata

Tra poco sarò a Roma. Tra poco incontrerò le amiche: arriveranno da tutta Italia con l'unico intento di stare assieme - un giorno, due, il tempo di una cena. Porteremo con noi i sorrisi, le chiacchiere e le emozioni di quando eravamo bambine e ci succedeva qualcosa di incredibilmente fantastico.
Sarà un bell'inizio.

giovedì 29 ottobre 2015

Diario di viaggio. Roma

Ci provo. Poco prima di partire, decido di portare con me a Roma un quadernino su cui segnare giorno per giorno quel che combino.
Non so ancora bene come sarà, questo quadernino; ma pian piano prende forma da sé.
I giorni prima della partenza son pieni di impegni, la mia testa scoppia di stanchezza, i miei occhi son già pieni di colori diversi: non ho tempo di pensare al quaderno.
Eppure, eccolo qui: uno sguardo in giro per casa, raccolgo un'idea veloce e in meno di cique minuti ecco il mio Diario di Viaggio!

aiquattroventi-diariodiviaggio-materiale

Prendo:
1 cartoncino nero formato A4... rimasuglio dei divisori per l'agenda 
8 fogli bianchi formato A4... della stampante
1 elastico nero... dalla scatola del cucito

Piego il cartoncino nero prima a metà dell'altezza, poi a metà della larghezza e lo metto da parte.
Piego uno per uno gli otto fogli bianchi a metà dell'altezza e taglio lungo la piega con un taglierino. Tengo sovrapposte le due metà  del foglio e le piego a metà della larghezza. 
Inserisco le metà dei fogli bianchi all'interno del cartoncino nero.
Fo passare l'elastico all'interno e all'esterno del quadernino lungo la piega centrale, e chiudo l'elastico con un semplice nodo.

aiquattroventi-diariodiviaggio

aiquattroventi-diariodiviaggio-tasca

Lo porto con me in borsa e ogni sera scrivo un breve resoconto delle mie giornate: su due pagine (quattro facciate) al giorno c'è spazio per pensieri volanti, disegni, carte e biglietti.
Desidero ricordare tutto, di queste mie vacanze romane.

Buon vento.

sabato 10 ottobre 2015

I viaggi son fatti anche di liste

Io e la geografia non ci siamo mai prese più di tanto. Io la trovavo noiosa e lei - be', non ho mai saputo cosa pensasse di me.
Ci siamo avvicinate un poco durante le campagne archeologiche: scavare nel terreno in cerca di tracce del passato mi ha fatto intuire la sua essenza.
La geografia non va letta sui libri di scuola e basta, non va studiata sulla fiducia: è una realtà complessa e va vissuta in prima persona. Percorrendo le strade, riconoscendo i paesaggi, confrontando il passato col presente, contando i passi che separano la fonte del fiume dalla sua foce. La geografia è la somma di tutte le discipline studiate a scuola: storia, matematica, letteratura, diritto, tecnica, ginnastica, arte... La geografia è La Summa ed è viva.

Ho conosciuto un geografo, tempo fa. Amava la geografia e l'onorava con tutto se stesso: dalla rotondità dell'epa, alla saggezza accumulata nei suoi viaggi. Mi ha trasmesso il suo amore e, assieme, anche qualche trucco di vita.
Come le liste delle cose da portare con sé nel bagaglio durante un viaggio. Anzi, durante tutti i tipi di viaggi. Luoghi freddi, caldi e temperati. Al mare, in montagna, in campagna o in città. Viaggi brevi, viaggi lunghi. Posti sperduti nel nulla o luoghi frequentati fin troppo.
Ogni viaggio ha la sua lista, diceva. Inizia a scriverne una alla prima occasione, poi di volta in volta aggiungi o togli qualcosa per adeguarla al nuovo viaggio. Ti troverai presto con tante liste quanti sono i tipi di viaggio e preparare i bagagli non sarà più un problema.
La prima occasione per me è stata la vacanza a Roma: viaggio in città di una settimana a fine estate.
Ho scritto la lista del bagaglio un paio di settimane prima di partire, il giorno dopo ho compilato la lista delle cose da fare e l'ansia da viaggiatrice una tantum s'è acquietata.

aiquattroventi-liste-viaggio

La mia lista è divisa in più parti: l'elenco del guardaroba con i vestiti e gli accessori per otto giorni in città, e gli elenchi "fissi" dei prodotti della cura personale (dallo spazzolino al rossetto, passando per le lenti a contatto), degli oggetti tecnologici (telefono, fotocamera, caricabatterie e batterie), di quelli per lo svago (libri, taccuino e diario di viaggio) e l'elenco dei documenti. L'ho scritta su tre fogli coi buchi e li ho portati con me in una busta di piccole dimensioni: accanto a ogni voce c'è un quadratino da sbarrare uno dopo l'altro man mano che inserisco le cose nel bagaglio - un trattino a matita verso destra all'andata e uno verso sinistra al ritorno.

aiquattroventi-liste-viaggio-borsa
Lista visiva delle cose da tenere in borsa: il diario di viaggio, la bottiglietta d'acqua, gli occhiali da sole, l'astuccio con matite e gomma, il disinfettante per mani, la liquirizia, la farfalla portapasticche, la macchina fotografica, la penna, il taccuino, il portamonete, la tavoletta di cioccolato fondente, l'astuccio del pronto intervento.

Di solito scarabocchio e butto le liste nel cestino, ma non questa volta: ho cancelllato i trattini a matita e l'ho riposta al sicuro in una piccola agenda, il mio quaderno dei viaggi.
Non si sa mai, potrei averne bisogno presto.

Buon vento



giovedì 24 settembre 2015

Vacanze romane

Sono stata in vacanza a Roma, per una settimana, da sola. Parto per curare la stanchezza mentale e la cura è: fare il pieno di bellezza, ho bisogno di rinnovare le emozioni.
Non so se la cura funziona. Per quanto Roma sia uno scrigno di bellezze, il mio sguardo si ferma su altro, il lato B della città. E le emozioni rimbalzano.
Parto da sola, ma divido le mie giornate tra peregrinazioni solitarie e incontri con persone speciali. Guidata da loro vedo Roma attraverso un caleidoscopio di abitudini, sentimenti, racconti. Vedo la loro Roma, che mi riempie l'anima e dà forma alle strade e colore ai palazzi.
Volevo fare il pieno di bellezza - dicevo - e lasciare che gli occhi ingurgitassero i marmi, le argille, l'oro dei mosaici, le forme rigorose o barocche, le cime vaporose dei pini marittimi scossi dal Ponentino. Ma quando sono sola vedo soprattutto tanta gente proveniente da ogni parte del mondo, turisti mirmidoni e abitanti esotici. Gente con una missione nella vita quotidiana, un compito da svolgere entro sera con una buona parola al dio dei trasporti: che tutto vada bene, che tutto funzioni, che l'aria sia sufficiente là dentro, che lo spazio abbondi...
A volte scopro angoli della città di cui subito m'innamoro, luoghi carichi di storia e poesia, dove il tempo si ferma mentre tutto attorno il traffico e la fretta non danno tregua. Nuovi luoghi dell'anima da collocare nella mia mappa mentale: tornerò tra qualche anno per assicurarmi che la loro magia sia rimasta immutata. 

aiquattroventi-roma

Le città hanno su di me un effetto positivo: quel senso di libertà misto alla scoperta dell'eterno nuovo mi rende viva. Qui, invece, mi sento schiacciata: dal caldo anomalo settembrino, dall'implacabile ressa di gente, dai mezzi di trasporto spaventosi. La sera, da sola nel buio della mia stanza, mi chiedo cosa mi stia succedendo. Roma, l'Urbe, non è una vera città: è un parco giochi logorato, invaso da turisti, mendicanti e uomini in giacca e cravatta o tonache lunghe. Così tanti stranieri da formare uno strato impermeabile. Non ero pronta.
Un'amica mi dice: " Spero che Roma sia all'altezza delle tue aspettative". Rispondo: "Sono io a non essere all'altezza delle mie aspettative - troppa stanchezza, forse."
Ma in realtà la risposta è una sola: sono passati quindici anni dal nostro ultimo incontro, Roma s'è fatta più indifferente, io mi son fatta più sensibile - siamo cambiate entrambe, Roma e io.
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...