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lunedì 20 febbraio 2017

L'Età del Bronzo sul Lago Maggiore

Se abitassi dalle parti del Lago Maggiore più o meno tremilacinquecento anni fa, ti troveresti nel bel mezzo dell'Età del Bronzo. Certo, se fossi di quel periodo, non sapresti che si chiama così, perché è un nome inventato dagli archeologi.
La storia dell'umanità, infatti, è talmente vasta che abbiamo bisogno di ridurla in epoche, suddividendola in base alle grandi scoperte e alle novità (soprattutto tecnologiche). Si tratta di cesure convenzionali, date a posteriori e che cambiano da regione a regione, ma funzionano.
Quindi, eccoci qua nell'Età del Bronzo, con precisione nel II millennio a.C.

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Le epoche in Europa

L'Età del Bronzo fa parte dell'Età dei Metalli, che vien subito dopo l'Età della Pietra.
L'Età dei Metalli si chiama anche Protostoria.
Da entrambi i nomi si possono già capire molte cose:
  • l'innovazione straordinaria di quest'epoca è la metallurgia, cioè la tecnologia per lavorare i minerali e produrre oggetti in metallo
  • è una prima forma di storia, perché nascono le prime città, si formano le classi sociali in base al lavoro (e alla ricchezza), inizia a diffondersi la scrittura
  • non è ancora storia, perché i popoli di quest'epoca non ci hanno lasciato memorie scritte delle proprie vicende; ci hanno pensato i Greci e i Romani, però, che li hanno incontrati nei loro viaggi

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L'Età dei Metalli sul Lago Maggiore

L'Età del Bronzo è nel mezzo, tra la più antica Età del Rame e la più recente Età del Ferro.
Il suo nome è legato alla super evoluzione tecnologica della metallurgia del bronzo.
La fusione del bronzo, una lega di rame e stagno, ha dato il via a grandi cambiamenti: gli strumenti e le armi sono molto più resistenti e richiesti; l'agricoltura migliora grazie agli utensili di metallo sempre più specializzati; gli artigiani metallurghi (che prima si spostavano ovunque ci fosse richiesta delle loro abilità) si fermano nei villaggi e fanno parte delle comunità, formando una nuova classe sociale; s'intensificano i commerci tra il Mediterraneo e le terre d'Oltralpe, perché lo stagno si trova solo in poche aree del mondo (in Europa: Cornovaglia, Bretagna, Spagna).

Nel territorio del Lago Maggiore la gente abitava in villaggi costruiti sulle colline moreniche o sulle sponde lacustri (come l'abitato del Lagone di Mercurago), nelle zone ricche d'acqua delle Prealpi e della Pianura Padana. I villaggi diventano man mano più fitti e grandi fino a cambiare del tutto il paesaggio.

Nel frattempo:
  • nella Valle del Fiume Giallo, in Cina, l'intero territorio è unificato in un unico regno e inizia il Periodo delle Dinastie
  • nella Valle dell'Indo, tra Pakistan e India, i Vallindi commerciano i lapislazzuli e il turchese con i popoli della Mesopotamia
  • in Mesopotamia, tra Iraq, Iran, Kuwait, Siria e Turchia, il governo del territorio passa dai Sumeri agli Accadi, ai Babilonesi, agli Ittiti e, infine, agli Assiri
  • in Egitto regnano i faraoni del Medio e del Nuovo Regno
  • a Creta e nel Peloponneso, in Grecia, gli antichi Cretesi e gli Achei commerciano con gli Egizi
  • in Libano i Fenici partono per fondare colonie sulle coste del Mediterraneo
  • in Palestina gli Israeliti percorrono lunghe strade per commerciare con gli Egizi, i Fenici e i popoli della Mesopotamia
Buon vento

venerdì 27 gennaio 2017

C'era una volta, sulle sponde del Lagone di Mercurago, un villaggio

Sei pronto per un viaggio a ritroso nel tempo? Non preoccuparti, la strada non sarà lunga: basta raggiungere il Parco naturale dei Lagoni di Mercurago ad Arona nel Novarese, chiudere gli occhi per un secondo, riaprirli e lasciarsi andare all'immaginazione.

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Il Lagone di Mercurago è un luogo magico, dove le nebbie del tempo si dissipano e svelano vite vissute mille e mille anni fa.
Vieni: affrontiamo la salita con calma, seguiamo la curva a destra, sfioriamo i pascoli dei cavalli, svoltiamo a sinistra. Ancora qualche passo e già tra i tronchi degli alberi s'intravede il baluginio del sole sulle onde del Lagone.
E poi eccolo, il piccolo lago, disteso tra i canneti, ammantato di boschi con un grande prato ai suoi piedi: quasi tremila e settecento anni fa, qui sorgeva un villaggio.

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Un villaggio costruito sulle rive melmose, rese sicure da pali conficcati nel terreno e strati di tavole, pietre e ramaglie, con case di legno dai tetti di paglia affacciate sull'acqua.
Dove le giornate iniziano presto, ognuno intento nelle proprie attività. I contadini nei campi, i ceramisti accanto ai forni, i metallurghi chini sui crogioli, i tessitori con la lana sui fusi, i carradori nell'officina, gli scheggiatori tra le pietre, i cacciatori e i pescatori sulle piroghe tra le onde calme.
Finché arriva sera e ci si raccoglie attorno al fuoco per ascoltare le storie dei mercanti. Hanno visto il mare, laggiù, e valicato le alte montagne, lassù, percorso i fiumi su piroghe di legno, incontrato altri mercanti, genti, villaggi.

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Un villaggio sorto in un punto d'incontro tra le vie di traffico lungo i torrenti interni, i grandi fiumi e il Lago Maggiore, vie che portano lontano verso il mare Adriatico, il mar Ligure e le Alpi. Dove il limo {} lasciato dalle piene sulle sponde e il loess {} portato dai venti sulle colline rendono fertile il terreno. Dove l'acqua mitiga i freddi inverni e promette sicurezza e abbondanza.

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Un villaggio abitato per quasi quattrocento anni da una piccola comunità di agricoltori, abili artigiani e mercanti di beni di prestigio. La cui vita s'interrompe per cento anni, quando il clima peggiora e il Lagone si trasforma in palude, e poi riprende ininterrotta. Finché fa di nuovo troppo freddo, le falde acquifere s'abbassano, la palude avanza, si sviluppano nuovi assi commerciali, sorgono nuovi e grandi villaggi sulle sponde del Lago Maggiore e del Ticino...
Tutto cambia: si volta pagina e inizia una nuova storia.

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Li vedi, gli ultimi bagliori dei focolari, mentre le stelle splendono alte nel cielo e nel buio dei boschi gli animali notturni lanciano i loro gridi?



Il sito archeologico del Lagone di Mercurago conserva i resti di un abitato su bonifica {} datati all'età del Bronzo (tra XVIII e XIII secolo a.C.) e scoperti nel 1862 da Bartolomeo Gastaldi.
Assieme ad altri centodieci siti palafitticoli preistorici dell'arco alpino, rientra nella lista del Patrimonio mondiale dell'Unesco dal 2011.


{Il limo è un sedimento, cioè un terriccio molto fine sospeso nelle acque di fiumi e laghi che, dopo le piene, si deposita sui terreni circostanti e forma uno strato di terreno fertile. 
{Il loess è un deposito eolico, cioè uno strato di sabbia e limo di origine glaciale (eroso, trasportato e depositato dai ghiacciai) trasportato e depositato dal vento.
{Un abitato si dice su bonifica quando è costruito sulle sponde fangose di uno specchio d'acqua, rese solide con la costruzione di una struttura di pali conficcati nel terreno e di una pavimentazione di tavole di legno, sassi, ramaglie. 


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