giovedì 29 agosto 2019

“C’era due volte il barone Lamberto”

Se hai in mente di visitare una località del lago d’Orta, c’è una cosa che devi sapere. Non è un segreto, anzi: ci piace farlo sapere a tutti!
  Gianni Rodari, lo scrittore famoso per le sue filastrocche, nacque e visse a Omegna per i primi nove anni della sua infanzia. E scrisse un libro in cui l’isola di San Giulio, il lago d’Orta, tutto il territorio intorno e i suoi abitanti sono protagonisti; s’intitola C’era due volte il barone Lamberto.

Il libro racconta una favola che va al contrario e obbedisce solo a se stessa: il protagonista non è un giovane che, dopo mille avventure, diventa adulto, ma un vecchio di novantatre anni, molto ricco e sempre malato, che diventa un bambino di tredici anni.
  La storia, spiega l’autore, va al contrario in onore del lago d’Orta che fa di testa sua:
Il lago d’Orta, nel quale sorge l’isola di San Giulio e del barone Lamberto, è diverso dagli altri laghi piemontesi e lombardi. È un lago che fa di testa sua. Un originale che, invece di mandare le sue acque a sud, come fanno disciplinatamente il Lago Maggiore, il lago di Como e il lago di Garda, le manda a nord, come se le volesse regalare al Monte Rosa, anziché al mare Adriatico.
Perciò, dopo aver visitato i luoghi bellissimi del lago d’Orta, corri in libreria a prendere la tua copia: ogni volta che leggerai la favola del barone Lamberto, riconoscerai i luoghi descritti – l’isola di San Giulio, Orta San Giulio, i paesi del Cusio (Pogno, San Maurizio d’Opaglio, Alzo, Pella, Corconio, Lortallo, Vacciago, Omegna, Gozzano, Ameno), i monumenti (il Belvedere di Quarna, il santuario della Madonna del Sasso, la torre di Buccione, il convento del monte Mesma, il santuario della Madonna della Bocciola, il Sacro Monte di Orta), i monti (l’Alpe Quaggione, il Mottarone, il Monte Rosa) e avrai un intero libro come ricordo delle tue vacanze.

Buon vento!

AiQuattroVenti lago d'Orta Gianni Rodari

giovedì 22 agosto 2019

Il cuore del lago d’Orta è l’isola del silenzio

Fine settembre di un anno fa.

Era l’ultimo giorno di vacanza, o giù di lì. Provavo un senso di pace con una punta di nostalgia in anticipo. Perché ancora la vacanza non era finita, ma ne sentivo già approssimarsi la mancanza.
  Quel giorno siamo arrivati a Orta San Giulio con l’intento di prendere il battello e fare un giro sull’isola di San Giulio.

AiQuattroVenti lago d'Orta Isola del silenzio Isola di San Giulio

Orta è una meta vicina, l’abbiamo percorsa in largo (in lungo non ancora) ma non siamo mai stati sull’isola assieme. Perciò ci sentivamo come due veri turisti a caccia di bellezza e stupore: chiusi alla consuetudine, aperti allo sconosciuto.
  Mi piace arrivare nel cuore del paese da metà altezza, percorrere la strada che dal mare di parcheggi sfiora i tetti del borgo, s’addentra tra i muri dei palazzi e sbuca sulla scalinata della chiesa. Se guardo in alto a sinistra, la sua facciata chiara s’illumina di sole; ma il mio sguardo corre subito in basso, oltre i gradini, verso la piazza, il Palazzotto, i tavolini vestiti di colore dei bar, in cerca del brillio solenne del lago d’Orta.

AiQuattroVenti lago d'orta isola del silenzio isola di San Giulio pozzo gatto

C’erano pochi turisti, oltre noi. Siamo saliti sul battello, lasciato a terra ogni pensiero e partiti alla scoperta. Un breve tratto, percorso con lentezza quasi a misura di sguardo curioso, che si posa sulle forme e i colori di pareti, finestre, darsene. E quando siamo sbarcati c’era un muro, degli scalini e una porta ad arco: di qua le acque placide sotto il blu del cielo, di là una storia diversa.
  La scala sale alla basilica di San Giulio, antica quanto le leggende, e lì accanto inizia la strada che gira attorno all’isola, tra le facciate dei palazzi, scorci di lago, l’abbazia benedettina di clausura, piccoli spiazzi, fronde di giardini nascosti, strettoie, tetti e pareti di ardesia, antiche pietre e forme sinuose.
  Un’insegna indica la via e dei cartelli a sbalzo sui muri riportano parole, frasi che, una dopo l’altra, in senso antiorario scrivono un messaggio (la Via del silenzio) e nel senso inverso ne scrivono un altro (la Via della meditazione). Quanto mi piace tutto ciò!

AiQuattroVenti lago d'Orta Orta San Giulio dall'isola del silenzio

Iniziamo il giro dell’isola lungo la Via del silenzio.

        Ascolta il silenzio.
        Ascolta l’acqua, il vento, i tuoi passi…
        Nel silenzio accetti e comprendi.
        Nel silenzio accogli tutto.
        Il silenzio è il linguaggio dell’amore.
        Il silenzio è la pace dell’io.
        Il silenzio è musica e armonia.
        Il silenzio è verità e preghiera.
        Nel silenzio incontri il Maestro.
        Nel silenzio respiri Dio.

Poi ci giriamo e torniamo sui nostri passi, lungo la Via della meditazione.

        Ogni viaggio comincia da vicino.
        I muri sono nella mente.
        Apri il tuo essere.
        Il momento è ora, qui, adesso.
        Abbandona l’io e il mio.
        Accettati, cresci, matura.
        Sii semplice, sii te stesso.
        Il saggio sbaglia e sorride.
        Se arrivi a essere ciò che sei, sei tutto.
        Quando sei consapevole il viaggio è finito.

Ed è questo secondo messaggio – più del sole sull’acqua, più dell’acqua sui moli di pietra e legno, più dei moli abitati da gatti e gabbiani, più dei gabbiani contro il sole – a rendere magico e unico questo ultimo giorno di vacanza, o giù di lì.

AiQuattroVenti lago d'Orta isola di San Giulio via della meditazione

giovedì 1 agosto 2019

Mi preparo alle vacanze

Agosto è iniziato con un venticello gentile, che rinfresca l’animo e invita al riposo. Sembra un buon segno.
  Trentun giorni e altri quindici mi separano dalle vacanze; pieni di lavoro, letture, studio e ritmi laschi. Se il caldo soffoco se n’è andato davvero, tornerò ad allenarmi sul lungolago ogni mattina, uscirò per lente commissioni nel pomeriggio – ottima scusa per attardarmi nei negozi e osservare il tempo che passa in santa pace.

Poi ci saranno le vacanze, anzi: le casanze. Anche quest’anno rimarremo a casa, volentieri, e faremo di nuovo i turisti a casa nostra. Se ci penso mi sciolgo e ci penso, perché di quelle due settimane di totale riposo e assoluta ricerca della bellezza ho un gran bisogno.
  Allora prendo carta, penna e inizio a segnare i luoghi che vorrei visitare e i giri in moto che vorrei fare…

La Valle Cannobina in moto e l’Orrido di Sant’Anna
  Vorrei con tutta me stessa completare quel giro in moto sospeso per un colpo di calore. Risalire il Lago Maggiore, fermarci per un gelato e una passeggiata a Cannobio, imboccare la strada che attraversa la Valle Cannobina e cercare l’Orrido di Sant’Anna. Provare brividi di paura, mentre l’acqua del torrente Cannobino scorre impetuoso tra le rocce che continua ancora a scavare. Poi raggiungere la Valle Vigezzo e ridiscendere verso Stresa e il lago.

L’isola dei Pescatori
  Lei ci manca. L’anno scorso abbiamo visitato le sue sorelle più nobili e famose, ma quest’anno è il suo momento. È l’unica delle tre a essere abitata tutto l’anno, come un normale paese di provincia ma circondato dall’acqua.
  Magari i suoi vicoli, i suoi balconi e il suo punto di vista insolito m’inspireranno idee e storie da raccontare...

Il giro in moto del Lago Maggiore
  Perché la tradizione continui e gli occhi si riempiano di bellezza infinita. Questa volta ci fermeremo lungo la strada, magari a Laveno Mombello per visitare il MIDeC – Museo Internazionale del Design Ceramico; oppure il Museo civico archeologico al Castello Visconteo di Locarno; o Ascona, per una semplice passeggiata sul lungolago.

La Rocca di Angera
  Ogni tanto ci torno, attraverso le sale, mi sporgo dalle finestre e osservo la sua gemella che si alza di fronte, ad Arona. Mi piace immaginare com’era il castello di Arona, il suo giardino e i bagliori del sole sugli elmi dei soldati. È una visita più d’affetto che di scoperta.

Abbiamo quindici giorni tutti per noi e i nostri canidi. Non mancheranno passeggiate tra i boschi e sulle rive dei laghi: il golfo della Quassa a Ranco, il parco naturale dei Lagoni ad Arona, i sentieri che costeggiano il lago d’Orta, la ciclopedonale del lago di Varese

E poi, chissà?

AiQuattroVenti vacanze sul Lago Maggiore

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