Il lago di Varese, se lo guardo su una carta, mi sembra un piede medievale rivolto verso destra; se lo guardo dal finestrino della macchina, lo confondo col lago di Comabbio, perché la strada che percorriamo serpeggia tra le due sponde.
Tutt’intorno al lago di Varese c’è una pista pedociclabile – parola cacofonica con un significato molto piacevole: è vietato il transito ai veicoli a motore, si va solo a piedi e in bicicletta.
Attraversa nove comuni del Varesotto: Varese, Buguggiate, Azzate, Galliate Lombardo, Bodio Lomnago, Cazzago Brabbia, Biandronno, Bardello, Gavirate. A tratti costeggia il lago, a tratti se ne allontana: si addentra nei boschi, sfiora casotti ricoperti di foglie, poi s’apre su lunghi prati di ville d’altri tempi, s’avvicina a porzioni di palude, diventa una strada di periferia tra due file di villette, fiancheggia la provinciale, all’improvviso si fa lungolago con tanto di panchine, accarezza darsene abbandonate…
La pista è lunga circa ventotto chilometri. Potremmo farcela in poche tappe, ma ancora non sappiamo quante.
E così, iniziamo il nostro giro del lago di Varese a settembre dell’anno scorso: siamo in tre, in tutto quattro zampe e quattro gambe.
Una domenica dopo l’altra, raggiungiamo in macchina il nuovo punto di partenza e percorriamo un’ora di strada, andata e ritorno. Baldo, il nostro canide ha dolori alla schiena e a una zampa, non può camminare per più di un’ora. Perciò noi ci adeguiamo: partiamo a metà mattina, ci fermiamo a pranzare al sacco, torniamo a casa nel primo pomeriggio. Soddisfatti, sereni, forti, con gli occhi pieni di bellezza.
Poi arrivano l’inverno, il freddo, le piogge di primavera e noi ci fermiamo: basse temperature e umidità non fanno bene a Baldo, meglio aspettare.
Coi primi soli torniamo in pista: la luce è diversa, gli odori e i suoni nuovi, noi nel frattempo abbiamo aggiunto quattro zampe in più, Flora.
Non siamo partiti dal chilometro zero a Varese, ma dal punto più vicino a noi: il chilometro tredici a Biandronno. Finora abbiamo percorso quattordici chilometri (tra andata e ritorno), attraversato Biandronno passando accanto all’Isolino Virginia, Bardello, il ponte vicino alle chiuse sul fiume Bardello e siamo arrivati oltre il lido di Gavirate.
Ancora non so quale paesaggio mi sia piaciuto di più, ma te lo racconterò presto.
Buon vento!
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