giovedì 17 novembre 2016

Milano di corsa

Dove vanno a finire i milanesi la domenica? 
Me lo chiedo mentre attraverso di corsa Piazza della Repubblica. Il lavoro mi porta a Milano nel fine settimana: ci arrivo presto e ne parto tardi, ogni volta a orari diversi e con treni diversi.
Le stazioni sono sempre piene, la stessa gente impegnata a cercare binari, amici, informazioni. Quando esco all'aria aperta, ho gli occhi golosi d'assaporare novità.

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Mi piace camminare in città, la mattina filtra tra le gocce di pioggia, la gente di sabato è ancora veloce, puntata verso gli impegni di lavoro, non si ferma, non guarda, parla al telefono, ascolta la musica, cammina persa nei pensieri verso gli obiettivi del giorno.

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Di domenica, invece, rimangono solo i viaggiatori: con le valigie su rotelle percorrono la  mia stessa strada al contrario. Qualcuno si ferma e mi chiede dov'è la stazione, poi mi sorride in spagnolo, francese e inglese. 
Ma i milanesi, dove sono? Li vedo correre infilati in tutine lucide e attillate, sudano concentrati, senza nulla negli occhi e la musica nelle orecchie. Corrono sui marciapiedi di città accanto alle macchine e ai tram. Li vedo trasportare sacche sportive, inseguiti da figli ciarlieri ed eccitati per l'imminente gara (calcio? Equitazione? Pallacanestro? Judo?) in cerca della macchina parcheggiata qualche isolato più in là.

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Li vedo sdraiati sotto i portici, circondati da borsoni, avvolti in bozzoli di coperte e cartoni. Si preparano un caffè, fumano la prima sigaretta, ripiegano e mettono via i propri averi, non parlano e non mi vedono. Forse non sono milanesi o forse sì.

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Il buio della sera addolcisce le strade e nasconde gli inganni, a tal punto che per entrare in stazione attraverso un ingresso "privato" (puzza di urina, corpi barcollanti, qualche folle risata, brontolii persi): giuro di non farlo mai più. Arrivo al binario, salgo sul treno e in mezzo ad altri viaggiatori continuo a farmi la stessa domanda: dove vanno a finire i milanesi la domenica? 
Forse da noi, al lago. Forse rimangono a casa, finalmente fermi. Forse visitano mostre, musei, gallerie o si perdono nel bagliore dei negozi. 
Non lo so, e da questo mi accorgo quanto io non sia cittadina.

Buon vento

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