mercoledì 28 gennaio 2015

Homi: la storia dei colori

Quando Elena Cattaneo mi invita a partecipare a un laboratorio con la color designer Francesca Valan da Homi, accetto al volo. Cosa c'è, infatti, di più emozionante di un colore? Forse solo la sua storia e la storia di chi lo studia.
Il colore è luce e materia, chimica e fisica, è religione e politica, società e cultura, arte e tecnologia. Usato da sempre per esprimere le sfumature dell'animo, nel corso del tempo e dell'uso e delle scoperte ogni colore ha parlato con voci diverse e nuovi significati.
Mi vien spontaneo pensare a Michel Pastoureau e al suo Il piccolo libro dei colori, mentre Francesca Valan ci racconta chi è e cosa fa: progetta i colori dei nuovi prodotti industriali e in pratica studia i colori usati dal mondo del design negli ultimi sessant'anni per individuare sequenze, cicli e future tendenze. Un lavoro molto interessante, il suo.
 
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immagine di Monica Diari
E così mi ritrovo in un viaggio nel tempo per scoprire l'evoluzione del colore dagli anni Cinquanta in poi. Vuoi venire con me? Afferra la mia mano e partiamo!
Anni Cinquanta. È il decennio dei colori pastello combinati con i colori propri di pelle, legno e metallo: nel mondo compaiono nuove tecnologie, nuovi modi di produrre, nuovi materiali (la plastica innanzitutto) e un nuovo sentimento - l'ottimismo. Si pensa positivo, potere al rosa!
Anni Sessanta. Regnano i colori primari (grazie ai coloranti sintetici) - il rosso su tutti, seguito da bianco e nero - e domina la plastica. Si affermano il consumismo, i prodotti di massa a basso costo, la pop art e il design: è un decennio in fermento.
Anni Settanta. I colori naturali e della terra, i materiali privi di colore (trasparenze e riflessi) e le forme essenziali e rigorose sono lo specchio di un grande cambiamento nella società: la crisi energetica, la crisi politica, la crisi dei valori, la tendenza verso la natura terrestre ed extra terrestre (l'allunaggio).
Anni Ottanta. Da una parte il rigore del nero associato ai metalli, dall'altra i fosforescenti, il blu elettrico e i colori di tinte intermedie (viola, rosati, arancione) che ricoprono gli oggetti frammentandoli in schegge colorate: sono gli anni della ripresa economica, della tecnologia elettronica e del high tech.
Anni Novanta. I colori sono legati a materiali naturali (metalli, legni, pietre, vetri) e i materiali naturali sono legati a forme inedite - sottolineate da pochi colori (bianco, nero, arancio, blu, porpora): si ritorna alla purezza, all'essenziale, all'ecologia.
Inizio III millennio. Nero e bianco, senza forma, con superfici rifinite e ogni tanto un accento colorato (arancione, verde, fuxia) segnano il bisogno di (in)seguire nuovi valori: sostanza e non apparenza, leggerezza, semplicità.
Anni Dieci. I colori neutri naturali sono accesi dal turchese e dal giallo: non si veedevano in giro da almeno trent'anni.

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Per me è un viaggio emozionante: di solito scelgo i colori per istinto e non mi soffermo a pensare al loro significato o alla loro storia. Invece dovrei, perché aggiunge quel pizzico di consapevolezza in più anche nelle cose di tutti i giorni.
Dopo questo viaggio nel tempo, mi son fermata a pensare: non seguo le mode, ma rimango colpita da tutto quello che si avvicina al mio personale concetto di bello; scopro così, di essere rimasta agli inizi del III millennio ma con un baule pieno dei colori pastello e dei materiali naturali degli anni Cinquanta.
E tu, in quale ciclo cromatico ti riconosci?

4 commenti:

  1. Che bella esperienza dev'essere stata! Il mio ciclo, quello dell'anima, è sicuramente quello degli anni 50, perchè nonostante tutto sono una realista-ottimista :-) e poi ritrovo qualcosa di me nei colori naturali degli inizi del nuovo secolo.

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    1. laManu, molto bella e del tutto inaspettata! Con i cicli cromatici siamo allineate :-)

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  2. Wow, che viaggio incredibile, pieno di emozioni e suggestioni!

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    1. Con una guida così appassionata è stato ancora più intenso :-)

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