giovedì 5 marzo 2015

Una passeggiata nel centro di Londra

Ero a Londra, questo fine settimana. Da venerdì sera a domenica mattina, per un totale di quaranta ore - in realtà, togliendo le sedici ore di sonno e l'ora di viaggio in taxi verso l'aeroporto, fanno ventitre ore londinesi. Un viaggio programmato da tempo, ma per vari motivi mai organizzato: si parte, si va e poi si decide. Magari non si torna (desiderio).

Arrivo a Londra in treno, dalla stazione di Epsom della contea del Surrey, in Inghilterra. Colpita dalla velocità dei bigliettai, dalla puntualità dei treni, dalla pulizia e dal costo del viaggio (alto). In molto meno di un'ora, al posto di campi verdi e cavalli al galoppo, trovo la città.
Dalla stazione di London Victoria alla fermata della metropolitana a Euston Square e poi all'albergo lungo Gower Street, sul confine tra i due quartieri di Bloomsbury e Fitzrovia. È buio, ormai, i mattoni degli edifici universitari si tingono di bruno, le luci della via si accendono di giallo e la gente scorre sui marciapiedi e attraversa le strade in gruppi, ridendo e scherzando ad alta voce. È venerdì sera: i mille locali tradizionali e alla moda accolgono i londinesi festanti, i vetri appannati e le porte che, aprendosi, lascian fuggire la musica e il vocio gioioso.

Vedo tutto questo e sto bene: la vivacità, la confusione, la gente che sa dove andare e la storia di questi posti mi riempiono l'anima. Sono stanca, ma non vedo l'ora di posare la valigia in albergo e scendere di nuovo per strada a cercare un locale per mangiare (cucina tipica, of course). 

La vera vacanza inizia, quindi, con un original beef pie (il saporito tortino di pasticcio di carne alla birra) al Rising Sun di Tottenham Court Road e continua il giorno dopo con un interminabile giro turistico nel cuore della città: dal centro del potere politico e religioso di Westminster - Downing Street, Buckingham Palace, Westminster Abbey, House of Parliament e il Big Ben - agli animali nel verde di St. James's Park; da una riva all'altra del Tamigi attraverso l'azzurro London Bridge; dalle mura storiche della Tower of London alla silhouette illuminata da mille lucine di Harrods.

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Leggo i nomi delle strade, riconosco qualcosa di noto, registro colori, forme e sapori. Mentre il vento scompiglia la stanchezza e arruffa i ricordi (son già stata in questa città - e me ne ero già innamorata - più di vent'anni fa), provo uno strano sentimento, come di ritorno e di scoperta fusi assieme. Purtroppo ricordo poco di Londra, ma so di esser stata felice: bevo ogni sensazione per farne il pieno.

La giornata pian piano scivola verso la fine, seguo le ripide scale della metropolitana e mi ritrovo in albergo. Una cena tranquilla al pub Malborough Arms di Torrington Place: a quest'ora di sabato le strade e i locali son quasi vuoti, posso godere fino in fondo dell'atmosfera e sondare le mie emozioni. Provo un irrefrenabile desiderio di fermarmi qui, a tempo indeterminato.

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