Tutta Roma attorno a me, coi suoi palazzi, la storia passata e presente, i ponti sul Tevere, le buche, gl'improperi dei pedoni, i semafori "bruciati", le scorciatoie, le "allungatoie" per ammirare tutto l'ammirabile.
Ho attraversato Trastevere, Testaccio, la Garbatella; ho sfiorato l'isola Tiberina, per me unica e sacra; riconosciuto alcuni luoghi già visti (in altri tempi, in un'altra luce, con altri mezzi); conosciuto posti così incredibili che ancora adesso, a casa, mi chiedo se li ho visti davvero.
A Trastevere c'ero già capitata un giorno di due anni fa, per sbaglio. Non sapevo quale autobus prendere e ho preso quello sbagliato: invece di andare verso ovest, mi ha portato a est, oltre il Tevere. L'ho scoperto con una fotografia.
Mi è entrato nel cuore e faticherà a uscirne. Viale Trastevere, ponte Garibaldi, il Tevere, via Arenula e Largo di Torre Argentina: a piedi, nel buio freddo di un tardo pomeriggio, con una Roma insolitamente calma. Ma quant'è meraviglioso il riflesso del Cupolone illuminato d'arancio sotto gli archi del ponte? Mi fermerei ore a osservarne ogni baluginio.
E poi - via! - di nuovo a sfrecciare in mezzo al traffico, dalla Garbatella, su verso Stazione Termini. Riconosco alcune strade, i negozi di via Merulana, piazza di Santa Maria Maggiore e l'indimenticabile maritozzo che vi ho mangiato, piazza dei Cinquecento e, di scorcio, piazza della Repubblica.
Si torna a casa, in treno.
Ma a questa avventura su due ruote penserò sempre con un gran sorriso e un impeto di fanciullezza.
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