sabato 18 febbraio 2017

Su e giù per Bergamo

In una luminosa domenica d'inizio inverno, andiamo a Bergamo per scoprirne le bellezze in compagnia di cari amici.

A Bergamo ci son stata tre volte, anni fa, per studio e per lavoro: non ricordo nulla. Perciò questa gita fuori porta ha il profumo della scoperta. Come guide abbiamo i nostri amici, che ci raccontano la città col calore dei ricordi e il sorriso della familiarità.

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Il centro di Bergamo bassa già mi piace molto. C'è gente che passeggia nel sole, all'uscita da messa, verso le case di parenti e amici o col solo desiderio di godersi la bellezza e la serenità. Mentre chiacchieriamo ci guardiamo attorno: negozi, pasticcerie, ristoranti, il mercatino coi suoi odori e colori, le pubblicità argute dei musei, i monumenti e, lassù, la città alta.
Dopo un pranzo da Eataly e un giro da Tiger (attrazione, ahimè, irresistibile), riprendiamo la nostra strada in mezzo a palazzi signorili di ogni epoca per arrivare con calma ai piedi della funicolare {}.

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Dunque, la funicolare... Le altezze non mi piacciono, divento nervosa, ma mi piace quel che posso trovare là in alto. Perciò ci salgo, guardo le piante che s'aggrappano ai bastioni veneziani del Quattrocento, sbircio verso i tetti in basso e tiro un sospiro di sollievo appena arriviamo.

Arriviamo in un altro mondo, che sa di antichità, di saggezza e ricchezza d'altri tempi. Le strade salgono e saliamo anche noi, prima verso la Rocca sul colle di Santa Eufemia, poi verso Piazza Vecchia con la Torre Civica duecentesca.

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Una meraviglia: sotto ai portici, sul pavimento, si mostra un orologio solare {}, con l'analemma: il sole, nel suo viaggio annuale, entra da un disco forato appeso sul lato meridionale dei portici e colpisce le costellazioni, gli equinozi, i solstizi.
Di fronte la cappella di Bartolomeo Colleoni, Capitano Generale della quattrocentesca Repubblica di Venezia - con il suo stemma sorprendente {} e lucido lucido - e la Basilica di Santa Maria Maggiore dai ricchissimi ed enormi arazzi. 

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Poi però il sole cala e il freddo punge. Ci vuole una pausa per un tè, una cioccolata con panna e una dolcissima polenta e osei.
Giunge l'ora di tornare a casa, verso altre pianure, altri fiumi e altre colline. In macchina non possiamo fare a meno di rivivere la giornata: la città è ricca, piena di sorprese e unica nel suo genere. Da rivedere presto, magari in primavera o all'inizio dell'estate, sempre con i nostri amici.

Che giornata, bellissima.

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 {All'inizio, nel 1887, era a vapore, sostituito cinque anni dopo con la trazione elettrica. 
 {Risale al 1798 e segna il passaggio del sole a mezzogiorno.
 {Pare siano tre testicoli, cosa di cui il Capitano Generale fu molto orgoglioso.

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