I riflessi sull'acqua mi affascinano. Se passeggio accanto a un corso d'acqua, non posso fare a meno di fotografarne la superficie a specchio.
Rami, ciuffi d'erba, nuvole, colori del cielo, onde, ombre: sono tutta un'opera d'arte naturale.
C'è un punto del Lagone* in cui mi fermo a osservare il villaggio che fu.
L'ultima volta l'ho visto, il villaggio, avvolto dalle nebbie; ne ho scorto i pali, i tetti, le strutture come pennellate di grigio verticali.
In quel punto del Lagone, le onde s'insinuano sulla riva, tra l'erba e la terra marrone. Gli alberi s'inchinano a guardarsi, i cespugli si protendono verso il cielo coi piedi in ammollo, i germani reali ci tracciano strisce scure in movimento.
Se credessi, penserei di essere sulla soglia di un portale temporale. Se allungassi la mano a sfiorare lo specchio d'acqua, potrei trovarmi catapultata sull'altra riva in un altro tempo a guardare negli occhi persone altrettanto stupite.
*Nel parco naturale dei Lagoni di Mercurago.
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